CHI SIAMO
cosa facciamo, cosa vogliamo
Freedom Flotilla Italia è parte della Coalizione internazionale Freedom Flotilla (FFC), un network internazionale di persone appartenenti a campagne di base che organizzano e sostengono azioni dirette, non violente, orientate a contrastare il blocco israeliano della Striscia di Gaza con l’obiettivo di farlo cessare, affinchè il popolo palestinese che vive in quella terra ottenga la dovuta e giusta libertà.
Ci adoperiamo affinché l’opinione pubblica prenda atto della situazione che caratterizza da quasi due decenni la vita dei palestinesi costretti a vivere in condizioni drammatiche nella Striscia di Gaza, un vero carcere a cielo aperto. La comunità internazionale deve assumersi le proprie responsabilità e attivarsi per affermare e difendere i diritti umani di tutto il popolo palestinese.
Da parecchi anni sfidiamo il blocco inumano ed illegale esercitato da Israele su Gaza.
Proseguiremo con il nostro impegno fino a che il blocco sarà tolto senza ulteriori condizioni, senza restrizioni, fino a che il popolo palestinese possa godere pienamente dei propri diritti, possa ricevere liberamente gli aiuti internazionali, fino a che siano pienamente garantite la libertà di commercio, la libertà di pesca nel mare antistante, la libertà di coltivare la propria terra, fino a che sia garantita la libertà di movimento delle persone dentro e fuori i propri confini, quali ne siano i motivi: necessità di cura, attività di studio, scambi culturali, relazioni commerciali, come pure svago e turismo in entrambe le direzioni.
Le campagne internazionali
La Coalizione Freedom Flotilla è composta da organizzazioni, iniziative e gruppi di base della società civile di numerosi paesi da tutto il mondo.
Africa
Australia
Asia
Medio Oriente / Paesi Arabi
Asia / Europa
EUROPA
Nord America
SULLE VELE DELLA LIBERTA’
La sfida delle donne in barca verso Gaza per invocare la pace
TGR Mediterraneo di Domenica 9 Ottobre 2016
“Break the siege”
Rompere il blocco
Pensiamo che l’approccio corretto sia quello di non limitarsi a portare solidarietà e aiuti materiali immediati, ma intervenire anche sulle cause politiche che costringono e mantengono i palestinesi di Gaza nella condizione di non poter provvedere a sè stessi, condannandoli quindi alla necessità di ricevere costantemente aiuti internazionali.
Occorre quindi rompere il blocco: deve essere interrotto l’embargo, il controllo totale di Israele sulle attività commerciali, economiche e finanziarie della popolazione di Gaza.
E’ necessario intervenire non solo tramite i tradizionali strumenti di diplomazia internazionale ma, dato che il governo di Israele è sordo alle decine di richiami delle Nazioni Unite, è necessario fare pressione tramite altri metodi, come avvenne nel caso delle sanzioni applicate per contrastare l’apartheid in Sud Africa, considerato crimine contro l’umanità dall’ONU.
Attualmente l’apartheid viene praticato da Israele nei confronti dei Palestinesi, come è già stato riconosciuto dall’ONU.
Le azioni non violente della Freedom Flotilla vanno in tale direzione, denunciando il comportamento del regime di Israele nei confronti dei palestinesi che vivono nei territori occupati della Cisgiordania e ancor più nei confronti della popolazione di Gaza.