Israele gioca le sue carte
per cercare di bloccare
la nostra missione di aiuto a Gaza
Sotto pressione israeliana, la Guinea Bissau ha ritirato la registrazione di bandiera alle navi della Freedom Flotilla
ISTANBUL, TÜRKİYE – Sabato 27 Aprile 2024
Alcuni giorni fa, come Freedom Flotilla Coalition, siamo stati contattatati dal Registro Navale internazionale della Guinea Bissau (GBISR) – presso il quale sono registrate le nostre navi. Chiedevano un’ispezione straordinaria della nostra nave principale – Akdenez.
Si trattava di una richiesta piuttosto insolita, dato che la nostra nave aveva già superato tutte le dovute ispezioni; ciò nonostante, abbiamo accettato. L’ispettore è arrivato giovedì 25 aprile, in serata. Venerdì pomeriggio, prima ancora che l’ispezione fosse completata, la GBISR – con una mossa palesemente politica – ci informava di aver ritirato la bandiera della Guinea Bissau da due delle navi della Freedom Flotilla; una delle due è il nostro cargo, carico di oltre 5.000 tonnellate di aiuti salvavita per i palestinesi di Gaza.
Nella comunicazione con cui ci informava di tale cancellazione, il GBISR faceva specifico riferimento alla nostra – prevista – missione a Gaza. Avanzava inoltre diverse richieste di informazioni piuttosto anomale: chiedeva conferma della destinazione delle navi, sgnalazione di eventuali scali supplementari, indicazione del porto di scarico degli aiuti umanitari, nonchè date e orari di arrivo previsti.
Chiedeva inoltre una lettera formale che dichiarasse esplicitamente il trasporto di aiuti umanitari e un inventario completo del carico.
Evidente il controllo da parte di Israele
Si tratta di mosse molto insolite da parte di un’autorità di bandiera; normalmente si occupano solo della sicurezza e degli standard relativi alle navi che battono la loro bandiera; non si interessano della destinazione, della rotta, delle liste di carico o della natura di uno specifico viaggio. Prendiamo, ad esempio, quando immatricoliamo un’auto: le autorità non chiedono di fornire dettagli su tutti i luoghi in cui abbiamo intenzione di recarci con l’auto stessa.
Purtroppo la Guinea-Bissau, cedendo alle pressioni di Israele, si è resa complice dei deliberati meccanismi messi in atto per portare alla fame un popolo, si è resa complice dell’assedio illegale e del genocidio dei palestinesi di Gaza.
Israele, con il suo comportamento sta mostrando al mondo fino a che punto è disposto ad agire per negare ai palestinesi gli aiuti di cui hanno bisogno per sopravvivere, in diretta violazione del Diritto Internazionale Umanitario, delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di due ordinanze della Corte Internazionale di Giustizia.
Israele può farla franca solo perché il sistema internazionale in cui viviamo non applica il diritto in modo equo, le persone non vengono valutate allo stesso modo e il potere si sostituisce al diritto.
Gli Stati Uniti hanno dirottato il diritto internazionale e stanno violando le proprie leggi per proteggere Israele in ogni occasione.
La carestia incombente
Una recente nota dell’USAID afferma che “la carestia a Gaza è inevitabile” e che “eventuali interventi potrebbero ridurre, ma non fermare, le molteplici morti di civili”. Afferma inoltre che attualmente Israele non presenta le necessarie condizioni che sarebbero richieste, in conformità alle leggi statunitensi, per fare richiesta e per ricevere gli aiuti militari degli Stati Uniti.
Ciononostante, la settimana scorsa il Congresso degli Stati Uniti ha approvato, e Biden ha firmato, un pacchetto di aiuti a Israele per 26 miliardi di dollari.
È questo tipo di impunità nuda e cruda che, nel corso di decenni, ci ha portato al punto in cui Israele può compiere un genocidio, che include una dichiarazione pubblica da parte dei leader israeliani di voler affamare deliberatamente i bambini, e non solo non subire conseguenze, ma anche coinvolgere la maggioranza dei governi mondiali nei suoi crimini.
Mentre i nostri governi affermano di avere a cuore le vite dei palestinesi, essi si adeguano, e di fatto applicano una situazione in cui uno Stato che è stato scoperto a commettere plausibilmente un genocidio, è autorizzato a controllare quali aiuti salvavita, se non addirittura quali, arrivano alle persone che cercano di rimanere in vita.
Il rapporto OHCHR
Ieri, i relatori speciali delle Nazioni Unite sul diritto all’alimentazione, il diritto all’alloggio e sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati hanno rilasciato una dichiarazione in cui affermano che, le iniziative della società civile come la Freedom Flotilla, sono importanti proprio perché i governi non rispettano i loro obblighi di diritto internazionale e molti di questi governi sono addirittura complici dell’assedio e del genocidio di Israele. La dichiarazione afferma che la nostra è una sfida legittima al controllo di Israele sulla consegna degli aiuti a Gaza e chiede un passaggio sicuro per la nostra flotilla.
Tuttavia, senza una bandiera, non possiamo navigare. Ma questa non è la fine. Israele non può permettersi di schiacciare la nostra determinazione a rompere il suo assedio illegale e a raggiungere la popolazione di Gaza.
La gente di Gaza e di tutta la Palestina rimane salda nelle condizioni più orribili e inimmaginabili. Prendiamo forza dalla loro incredibile e inspiegabile capacità di mantenere la loro umanità, dignità e speranza quando il mondo non ha dato loro alcuna ragione per farlo.
Sentiamo la responsabilità
di mantenere viva questa speranza.
SALPEREMO!